Nel panorama enologico italiano, pochi vini hanno conquistato il mondo come il Prosecco. Noi di Mariano Vini vogliamo accompagnarti alla scoperta delle differenze fondamentali tra le due classificazioni di questo celebre spumante: il Prosecco DOC e il Prosecco DOCG. Comprendere queste distinzioni ti permetterà di apprezzare meglio le sfumature di gusto e qualità che caratterizzano ogni bottiglia.
Prosecco DOC e DOCG: classificazioni a confronto
Le sigle DOC (Denominazione di Origine Controllata) e DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) rappresentano due livelli diversi di certificazione qualitativa. Il Prosecco DOC e DOCG differiscono innanzitutto per gli standard produttivi: mentre il DOC richiede un minimo dell’85% di uve Glera e un contenuto alcolico tra 10,5% e 12,5%, il DOCG impone controlli più rigorosi, rese per ettaro inferiori e standard qualitativi decisamente più elevati.
La differenza più evidente tra queste due classificazioni risiede nelle zone di produzione. Il Prosecco DOC viene prodotto in un’area piuttosto vasta che comprende nove province tra Veneto e Friuli Venezia Giulia. Questa ampia estensione territoriale consente una produzione maggiore, rendendo il Prosecco DOC più accessibile e diffuso sul mercato.
Al contrario, il Prosecco della categoria superiore proviene esclusivamente da due zone ristrette e prestigiose: Conegliano Valdobbiadene e Asolo. Questi territori collinari presentano caratteristiche uniche: microclimi specifici, composizione del suolo ottimale, migliore esposizione solare e un sistema di drenaggio naturale che conferisce alle uve caratteristiche organolettiche superiori. Come evidenziato dal Consorzio di Tutela del Prosecco, queste peculiarità territoriali si traducono in vini dalla personalità più complessa ed elegante.

I metodi di produzione
Per quanto riguarda i metodi di produzione, entrambe le tipologie di Prosecco DOC e DOCG vengono prodotte principalmente attraverso il metodo Charmat (o Martinotti). Questo processo prevede la fermentazione naturale in autoclave, grandi recipienti a pressione in acciaio inox, che permette di preservare gli aromi freschi e fruttati tipici del Prosecco.
Tuttavia, le normative per il DOCG sono più stringenti: la resa massima consentita è di 18 tonnellate per ettaro, la vinificazione deve avvenire obbligatoriamente nell’area designata e i controlli qualitativi sono più frequenti e rigorosi. Questi standard più elevati si riflettono nel profilo gustativo: mentre il DOC offre note fresche e leggere, ideali per il consumo quotidiano, il DOCG presenta un bouquet più complesso ed elegante, perfetto per occasioni speciali.
Il Consorzio di Tutela supervisiona attentamente ogni fase della produzione, dalla vigna alla bottiglia, garantendo il rispetto di tutti i requisiti di etichettatura e certificazione. Questo sistema di controllo assicura che ogni bottiglia di Prosecco rispetti gli standard qualitativi della sua denominazione.
Conclusione
Conoscere le differenze tra Prosecco DOC e DOCG ti permette di fare scelte più consapevoli in base all’occasione e alle tue preferenze personali. Che tu preferisca la freschezza immediata di un DOC o la complessità raffinata di un DOCG, nella nostra selezione troverai sicuramente la bottiglia perfetta per ogni momento. Noi di Mariano Vini siamo sempre a tua disposizione per guidarti nella scelta del Prosecco che meglio si adatta ai tuoi gusti e alle tue esigenze.